Farò la volontà del Signore

Andrò e farò la volontà del Signore

Andrò e farò la volontà del Signore è la risposta che Nefi diede a suo padre Lehi, quando questo gli ordinò di recuperare le tavole di bronzo, tavole su cui era registrata la genealogia di famiglia e le scritture dell’antico testamento conosciute fino a quel momento.

E avvenne che io, Nefi, dissi a mio padre: Andrò e farò le cose che il Signore ha comandato, poiché so che il Signore non dà alcun comandamento ai figlioli degli uomini senza preparare loro una via affinché possano compiere quello che egli comanda loro.

(1 Nefi 3:7)

Lo stato vassallo

Forse non tutti sanno che la giudea, ai tempi del profeta del profeta Geremia era un piccolo stato vassallo sotto l’impero egizio. Gli egizi avevano imposto sul trono del Regno di Giuda il sovrano vassallo Ioiakim (632 a.C. – 597 a Da lì a poco il regno sarebbe passato sotto il dominio babilonese. I babilonesi combatterono contro gli egizi e deportarono Ioiakim a Babilonia e misero sul trono Sedechia.

Sedechia regnò 11 anni, durante il suo regno si vennero a creare due fazioni, i filo-babilonesi e i filo-egiziani. Il profeta Geremia consigliò a Sedechia di non ribellarsi ai babilonesi e di accettare il dominio, ma Sedechia non ascoltò il consiglio di Geremia e si ribellò, ruppe l’accordo chiese aiuto agli egiziani, aiuto che non arrivò mai.

Il problema di fondo dei giudei era l’estesa apostasia tra la popolazione. Geremia, come pure Lehi, e altri profeti cercarono di chiamare il popolo al pentimento e profetizzarono la distruzione a meno che non si fossero pentiti. 

I peccati più gravi erano idolatria, apostasia, sacrificio dei bambini, pratiche sessuali, orgoglio, disonestà e sfruttamento dei minori. Sia Ioiakim che Sedechia non si erano preoccupati di emanare leggi che proibissero queste pratiche sacrileghe, ne tanto meno di seguire i consigli dei profeti.

Labano e le tavole

Il potere di Labano - Andrò e farò la volontà del Signore

Labano era (forse) un aristocratico alla corte del regno di Sedechia. Probabilmente era un conestabile o comandante sotto la guida di un qualche capo militare. Dagli indizi ricavati dal Libro di Mormon si capisce che aveva potere di vita e di morte. Sicuramente, essendo corrotto, approfittava di questa sua posizione per trarre vantaggio personale. Doveva essere un parente di Lehi perché aveva in custodia le tavole di bronzo su cui era incisa la genealogia della famiglia di Lehi.

Per Lehi le tavole di Bronzo erano importanti non solo perché contenevano la genealogia di famiglia, ma anche perché contenevano la legge e gli scritti di alcuni profeti, tra cui quelli d’Isaia. Quando Lehi chiede ai suoi figli di recuperare le tavole di bronzo sapeva che la sua richiesta comportava dei rischi molti elevati. Sapeva che Labano non avrebbe ceduto facilmente alla richiesta. Evidentemente Labano era a conoscenza della fuga di Lehi e sapeva di potersi appropriare dei suoi beni, compreso le tavole di bronzo.

Il recupero delle tavole

Nefi ottiene gli annali sacri - Andrò e farò la volontà del Signore

I tentativi di trattare onestamente con Labano risultarono inutili, come tutti avevano previsto Labano si era confermata come una persona malvagia, corrotta ed egoista. Laman e Lamuel dovettero scappare dalle grinfie del diabolico Labano. Dio avrebbe potuto facilmente ispirare Labano a rispondere favorevolmente alla richiesta di Lehi, ma ciò non avvenne perché Labano era insensibile ai richiami dello Spirito. Quelle tavole erano importanti anche perché erano state scritte dai discendenti Giuseppe, il figlio di Giacobbe che divenne principe in Egitto. Erano state scritte con caratteri riformati della lingua degli egiziani. Anche se non c’è scritto da nessuna parte si evinceva che il Signore voleva che i futuri scrittori avrebbero dovuto usare questo linguaggio.

Evidentemente l’unico modo per ottenere le tavole era di togliere la vita a Labano. Dio mise Labano nelle mani di Nefi e gli ordino di ucciderlo. Poi Nefi segue i suggerimenti dello Spirito e si traveste con in vestiti di Labano, vestiti che dovevano essere particolari e bene riconoscibili dal suo servo Zoram. Imitando la voce di Labano Nefi riesce a ingannare Zoram ed entrare in possesso delle tavole di Bronzo.

Perché Nefi poté dire “Andrò e farò”?

Nefi poté dire andrò e farò la volontà del Signore per mezzo della sua fede. Nefi riuscì a prendere le tavole non solo perché Dio lo aveva aiutato, ma anche perché aveva permesso a Dio di aiutarlo. La “connessione” con Dio avviene tramite lo Spirito Santo e lo Spirito non può comunicare con esseri dal cuore impuro. Nefi fu preparato per essere un degno servitore di Dio, ma anche perché furono le sue scelte a dare la possibilità a Dio di poterlo amalgamare.

Dio non agisce violando il libero arbitrio, Nefi aveva scelto di servire il Signore e aveva riposto piena fiducia in Lui. Anche noi, come Nefi, dovremmo poter dire “Andrò e farò la volontà del Signore”. Dovremmo permettere a Dio cambiare il nostro cuore.


Come spesso dico nei miei discorsi, io non sono un predicatore, ne un insegnante, sono solo un riflettore. Studio medito e condivido le mie riflessioni nella speranza che possano essere utile a chi legge.

Ti consiglio di leggere il Libro di Mormon, perché contiene la Pienezza del Vangelo Eterno. Se la Bibbia ti indica il sentiero per incontrare Dio, il Libro di Mormon ti illumina lungo il cammino.


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Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni


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